Comfort termico - Metodologia
Comfort termico - Metodologia

La condizione di benessere o disagio termo-fisiologico, sia da caldo come da freddo, non è determinata solo dalla temperatura dell’aria, ma da una combinazione di questa con altri parametri ambientali. Sono stati sviluppati numerosi indici, definiti anche “indici biometeorologici”, che, mediante l’applicazione di determinati algoritmi, forniscono un risultato sintetico a cui è associata una specifica condizione di “potenziale” disagio da caldo e da freddo (stress termo-fisiologico). Questa informazione è spesso generalizzabile a livello di popolazione ma va letta come indirizzata a un soggetto “standard”, con predefinite caratteristiche e in salute. Si parla quindi di potenziale impatto ambientale perché la risposta di ciascun individuo è strettamente personale e dipende da alcuni fattori come l’età, le caratteristiche psicofisiche, il tipo di attività svolta, la tipologia di abbigliamento indossato, la durata dell’esposizione e il grado di acclimatazione, per citarne alcuni.

Quando l’informazione è comunicata sulla base di una scala di temperatura allora si parla anche di “temperatura percepita”, termine tradotto in italiano dal nome di un indice di stress termico razionale, la “Perceived Temperature”, ma si potrebbe parlare anche di temperatura apparente (dall’indice Apparent Temperature) o ancora di temperatura equivalente come nel caso dell’Universal Thermal Climate Index (UTCI).

Categorie di disagio termico  - UTCI

L’interpretazione di questo tipo di informazione è tuttavia problematica dal momento che a livello nazionale vengono utilizzati diversi indicatori di stress termico da caldo e il confronto tra essi non è spesso praticabile. Una soluzione per ovviare a questo problema di comunicazione è sicuramente quella di utilizzare la descrizione testuale della classe di disagio termico associata al risultato dell’indice biometeorologico, ad esempio disagio debole, moderato, intenso da caldo, ecc.. Tale informazione, comunque specifica per un soggetto con determinate caratteristiche e impegnato in una specifica attività fisica, è meno suscettibile a interpretazioni e soprattutto incomprensioni numeriche


 

Il disagio termo-fisiologico

Le previsioni numeriche dell’atmosfera permettono, grazie all’indice biometeorologia, la stima del disagio termo-fisiologico per un soggetto di riferimento con caratteristiche “standard”. Poiché la stima è basata sul modello meteorologico, può essere generalizzata a livello di popolazione con un dettaglio temporale e spaziale che segue le caratteristiche del modello locale (BOLAM 7km 120h). Le mappe di previsione dell’UTCI esprimono la stima di dettaglio territoriale del livello di comfort termico raggruppato in 10 categorie di disagio termico. L’informazione in esse contenute è di estrema utilità sugli eventuali rischi per la salute, specialmente per persone fragili e vulnerabili.

L’informazione fornita dall’UTCI è una temperatura equivalente, espressa in °C raggruppabile in varie classi di disagio termico.

L’UTCI rappresenta lo stato dell’arte degli indici biometeorologici per gli ambienti outdoor e il risultato di questo indicatore si ottiene utilizzando contemporaneamente alcuni dati di input di modelli meteorologici, in particolare la temperatura dell’aria, velocità del vento (a 10 m), umidità relativa e radiazione solare. La formulazione empirica proviene da una serie esaustiva di simulazioni con un modello termo-fisiologico umano multinodo (capace di simulare gli scambi di calore nelle varie parti del corpo) combinato con un modello legato al vestiario e in grado di fornire stime su un’ampia rosa di condizioni microclimatiche.


 

 


Riferimenti

  • Blazejczyk K, Epstein Y, Jendritzky G, Staiger H, Tinz B. Comparison of UTCI to selected thermal indices. Int J Biometeorol 2012;56:515-35.
  • Epstein Y, Moran DS (2006) Thermal comfort and heat stress indices. Indust Health 44:388–398
  • Siple P, Passel CF (1945) Measurements of dry atmospheric cooling in subfreezing temperatures. Proc Am Philos Soc 89:177–199.
  • Steadman RG. Indices of windchill of clothed persons. J Appl Meteorology. 1971; 10:674-683.
  • Santee WR. Windchill index and military applications. Aviat Space Environ Med. 2002 Jul;73(7):699-702.
  • Yaglou CP, Minard D (1957) Control of heat casualties at military training centers. Am Med Assoc Arch Ind Health 16:302–316.
  • Budd G.M. Wet-bulb globe temperature (WBGT)—–its history and its limitations. Journal of Science and Medicine in Sport (2008) 11, 20—32.
  • ISO 7243:2017. Ergonomics of the thermal environment -- Assessment of heat stress using the WBGT (wet bulb globe temperature) index. International Organization for Standardization; 2017; Edition 3, pp.18.
  • Jendritzky G, de Dear R, Havenith G. UTCI--why another thermal index? Int J Biometeorol 2012;56:421-8.
  • Fiala D, Havenith G, Bröde P, Kampmann B, Jendritzky G. UTCI-Fiala multi-node model of human heat transfer and temperature regulation. Int J Biometeorol 2012;56:429-41.
  • Havenith G, Fiala D, Błazejczyk K, Richards M, Bröde P, Holmér I, Rintamaki H, Benshabat Y, Jendritzky G. The UTCI-clothing model. Int J Biometeorol. 2012 May;56(3):461-70.
  • Staiger H, Laschewski G, Grätz A (2012) The Perceived Temperature – A versatile index for the assessment of the human thermal environment. Scientific Basics. Int J Biometeorol, Part A. 2012 Jan;56(1):165-76.