Le cause di questo anomalo inverno 2013- 2014
Consorzio
Le cause di questo anomalo inverno 2013- 2014 Consorzio
L’inverno 2013/2014 è entrato a pieno diritto nella storia climatica non solo della Toscana, ma di gran parte del continente europeo.
Le anomalie pluviometriche e termiche osservate hanno pochissimi precedenti nel passato, basti pensare che a livello nazionale la stagione appena conclusa si piazza al secondo posto tra le più calde degli ultimi due secoli, con un'anomalia di +1.8 °C, a soli 0.2 °C dal record assoluto del 2006/2007.
Per quanto riguarda le piogge citiamo il caso della Toscana dove, nei mesi di gennaio e febbraio, è piovuto, rispettivamente, il 220% e il 170% in più rispetto alla norma (per approfondire vedi link: http://www.lamma.rete.toscana.it/news/linverno-senza-freddo).
 

Ma quali sono le cause di una stagione così anomala? 

Per rispondere a questa domanda abbiamo analizzato i tipi di circolazione (weather types) più ricorrenti tra dicembre e febbraio e li abbiamo confrontati con quella che dovrebbe essere la normalità meteorologica della stagione in esame.
  • Dai risultati si evince una netta predominanza del tipo di tempo numero 4 (32 giorni su 90 = 35%) che si caratterizza per la presenza di un vortice depressionario tra Islanda e Isole Britanniche e da un blocco anticiclonico di matrice subtropicale sul Mediterraneo centro-orientale e sui Balcani. Questa circolazione si è riscontrata soprattutto nei mesi di gennaio e febbraio, durante i quali l’Italia centro-settentrionale è stata letteralmente bersagliata da perturbazioni.
  • Al secondo posto il tipo di tempo numero 5 (23 giorni su 90 = 26%) che vede la predominanza dell’anticiclone sull’Europa centro-meridionale con le perturbazioni atlantiche costrette a scorrere a nord del 50° parallelo (link). Il grosso dei giorni caratterizzati da questo tipo di circolazione si sono osservati nel mese di dicembre che, non a caso, ha fatto registrare precipitazioni inferiori alla norma. 
  • In terza posizione il tipo di tempo 3 (17 giorni su 90 = 19%), caratterizzato da un ciclone d’Islanda molto intenso con blocco anticiclonico tra Scandinavia e Balcani orientali; con questa configurazione l’instabilità interessa gran parte della penisola e si formano minimi secondari con traiettoria prevalente NO-SE. Anche in questo caso i giorni interessati da questo tipo di tempo sono stati osservati prevalentemente nel bimestre gennaio-febbraio.
L’elemento che accomuna i tre tipi di circolazione descritti precedentemente (3-4-5) è la presenza di un intenso flusso perturbato nord-atlantico e l’assenza totale di blocchi alla circolazione zonale; su 90 giorni d’inverno ben 72 sono rientrati in questa categoria, vale a dire l’80% del totale! A conferma di ciò basti pensare che i tipi di tempo contraddistinti da ingressi d’aria fredda e quindi legati a blocchi anticiclonici atlantici e/o scandinavi (flusso zonale debole) hanno rappresentato appena il 16% del totale; i weather types “freddi” 1-2-6-7 sono stati osservati soltanto 14 volte contro una media stagionale di 42 giorni (-67%).
Non è un caso che Stati Uniti e Canada abbiano vissuto uno degli inverni più freddi degli ultimi 100 anni, infatti se facessimo lo stesso esercizio sui tipi di tempo relativamente al Nord America avremmo anomalie del tutto simili all’Europa, ma di segno opposto.  
 
I dati fin qui riportati descrivono un inverno “ostaggio” di una circolazione scarsamente evolutiva a livello emisferico causata da una anomalia principale di NAM a fine novembre e da un intenso Canadian Warming a gennaio (vedi news http://www.lamma.rete.toscana.it/news/gennaio-%C3%A8-piovuto-il-triplo-…). 
 
Se osserviamo le anomalie di pressione a 500 hPa relative al trimestre dicembre-gennaio notiamo subito valori superiori alla media (tendenza anticiclonica) sul Polo Nord, sul Pacifico occidentale e sull’Europa orientale, mentre scarti marcatamente negativi (tendenza ciclonica) interessano Nord America e nord Atlantico. Questo tipo di distribuzione barica si è instaurato dopo metà dicembre e da allora non ha subito variazioni significative; in meteorologia la mancanza di dinamicità può creare situazioni ripetitive che spesso impiegano mesi prima di risolversi.  

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