Metodo di calcolo
Metodo di calcolo

Per il calcolo dei sink a livello regionale si utilizzano diversi strumenti scientifici e tecnici che la ricerca ha realizzato e messo a punto negli ultimi anni. Il metodo utilizzato all’interno dell’Osservatorio Kyoto permette di passare da una scala geografica di dimensione ridotta ad una più grande, utilizzando ad ogni passaggio diverse metodologie di indagine e di calcolo.
Questi passaggi consentono di determinare dei coefficienti di assorbimento per le diverse tipologie forestali presenti nella Regione Toscana che sono costantemente aggiornati e soggetti alla fluttuazione delle condizioni climatiche. Questi coefficienti sono poi utilizzati per attribuire un valore ai sink regionali.

Misura diretta dei flussi di carbonio

Una delle tecniche usate è quella dell’eddy covariance (correlazione turbolenta) e serve a misurare i flussi di massa (CO2 e H2O) e di energia che una superficie vegetale scambia con l’atmosfera.
Si tratta di una tecnica micrometeorologica che mette in relazione la direzione del moto delle particelle di aria (eddies) al di sopra di una superficie vegetale e la massa di gas trasportata in questo moto. Il principio alla base è calcolare il sequestro netto di CO2 di un  ecosistema come differenza tra la CO2 che è entrata e quella che è uscita.
Questa tecnica permette di:
    •    misurare in modo diretto i flussi di un ecosistema
    •    avere una stima precisa del sink di un ecosistema
    •    misurare i flussi sia sul breve che sul lungo periodo (ora, giorno, stagione e anno).

La tecnica dell’eddy covariance, anche se non ancora riconosciuta come metodologia ufficiale, è stata proposta durante la settima Conference of the Parties UNFCCC (COP7) del 2001 come metodologia di monitoraggio e misura diretta dei flussi di carbonio ed è utilizzata in numerosi network nazionali ed internazionali come Fluxnet, un network diretto dalla NASA che coordina network regionali (come Euroflux e Ameriflux) di analisi micrometeorologiche da torri di misura eddy covariance.
Gli strumenti che l'Osservatorio utilizza per misurare i flussi sono le stazioni di misura locali (le "torri") e la piattaforma aerea SkyArrow ERA.

Modello biogeochimico

I modelli bio-geochimici (BGC) forestali sono capaci di stimare i flussi di carbonio, azoto ed acqua all’interno di ogni ecosistema terrestre e si basano sull’uso di dati da satellite e altri dati relativi alla vegetazione, al clima e al suolo. In particolare il modello Biome-BGC, sviluppato dall’Università del Montana (USA) ed utilizzato e messo a punto in collaborazione con l’Università di Firenze, permette di estendere il monitoraggio degli ecosistemi forestali su scala regionale, di ottenere stime accurate delle diverse fasi del ciclo del carbonio.
Il modello viene validato anche grazie ai dati delle stazioni di flusso (torri e sky arrow) e permette di fornire delle mappe del bilancio del carbonio degli ecosistemi forestali toscani a livello mensile, stagionale ed annuale.