Le piante e gli alberi sono costituiti principalmente dal carbonio che proviene dall’atmosfera ed è immagazzinato attraverso il processo di fotosintesi. Attraverso questo processo sottraggono grandi quantità di anidride carbonica all’atmosfera e la incorporano nella biomassa vegetale (rami, foglie, tronchi, radici) e nel suolo. Le foreste e gli altri sink di carbonio (suolo e oceani) presenti sul pianeta rappresentano una risorsa fondamentale dal punto di vista della regolazione del clima globale: assorbendo anidride carbonica, aiutano il sistema a neutralizzare una parte delle emissioni di CO2 dovute alle attività umane. Il Protocollo di Kyoto riconosce alle foreste e alle attività legate all’uso del suolo (Land-use, Land-use Change and Forestry - LULUCF) un ruolo importante nelle strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici. I paesi che hanno assunto impegni di riduzione delle emissioni possono quindi raggiungere i loro obiettivi anche puntando sulle attività legate all’uso del suolo che comportano una fissazione del carbonio atmosferico. Il Protocollo consente ai paesi di usare tutti i “crediti di carbonio” derivati dai progetti di afforestazione e riforestazione realizzati dal 1990 in poi. In dettaglio: - creazione di nuove foreste (afforestazione, riforestazione) - gestione delle superfici forestali - gestione dei suoli agricoli - gestione dei prati e dei pascoli - rivegetazione. Per essere in grado di quantificare i crediti di carbonio ottenuti (nonché quelli ottenibili), è fondamentale avere una stima sufficientemente precisa degli stock (depositi) di carbonio e dei loro cambiamenti.